Tintin semiologo
Pubblicato su Doppiozero (ISSN: 2239-6004) del 6 Settembre, anno 2024Articolo sul sito della rivista
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Ideale prosecuzione di Retoriche Social, pubblicato da queste edizioni nel 2018, Controversie sensibili propone un itinerario di ricerca semiotica attraverso alcuni dei territori più frequentati della pubblica discussione: dall’emergenza del nazionalismo alla gentrificazione, dalla gastronomia all’animalismo e molto altro.
Grazie alle possibilità di interazione che i dispositivi digitali mettono a disposizione dei cittadini-utenti (invitati a creare e diffondere artefatti originali e, soprattutto, ad agire riscrivendo, commentando e rilanciando contributi altrui) tale pubblica discussione può essere efficacemente descritta come conversazione intermediale, forse addirittura post-mediale, definita dal suo continuo diramarsi lungo i binari tracciati dalla presa di parola.
Mettere ordine nella conversazione porta a giudicare le prese di posizione e gli argomenti in essa posti in essere, all’interno di un sistema complessivo della cultura, i cui contorni possono apparire a patto di ripensare il problema delle peculiarità comunicative degli ambienti mediali chiamati in causa non come steccati ma come effetti di senso, sempre passibili di essere riconfigurati dal prossimo interlocutore.
Stando così le cose, un’analisi dei media che voglia essere accurata ed efficace si concentrerà a ricostruire le forme semiotiche della conversazione intermediale, mettendone in luce l’articolazione strategica, narrativa, passionale e discorsiva. Nonostante la quantità e la capillarità dei contributi immessi in un tale garbuglio, una ricostruzione della forma mediale del pubblico dibattito come conversazione è possibile. Controversie sensibili vuole mostrarlo, prendendo in considerazione la vita quotidiana e le sue dispute. Procede in questo cammino, alternando saggi brevi e analisi più minuziose intorno al rapporto fra media, spazialità e identità.
Questo numero di E | C ha carattere sperimentale. I contributi raccolti nel volume raccolgono il testimone – approfondendone e rilanciandone le suggestioni ricevute – di un ciclo di seminari svoltosi a Palermo tra ottobre e dicembre 2021, intitolato “Seminari di analisi del testo”.
Il calendario degli incontri ha visto la partecipazione di Giuditta Bassano, Denis Bertrand, Alice Giannitrapani, Manar Hammad, Tarcisio Lancioni, Dario Mangano, Francesco Mangiapane, Gianfranco Marrone, Maria Pia Pozzato, Carlo Andrea Tassinari e Ilaria Ventura Bordenca.
Lo spirito degli interventi palermitani e di questo volume scommette sul metodo semiotico, riflettendo sulla pratica di lavoro del semiologo, l’analisi del testo, con la volontà di spiegarne strategie e tattiche di approccio, valorizzando ogni opportunità di applicazione del metodo in una situazione.
This book deals with the fundamental semantics of images of Europe, which consist of valences, mirror beliefs and affectivities. This is why it relaunches the importance of the European discourse in its symbolic dimension. As such, it explores the many images of Europe, or rather the many images through which European discourse is actually constituted in daily life, in search of their enunciative responsibility in today’s world for determining the current “State of the Union”.
The identity of the European continent is based on a millenary tension between universalism and particularism: images of Europe have in fact been alternately inspired, over the centuries, by a model of homogeneity – Roman and Carolingian imperial disposition – on the one hand, and by a model of fragmentation – a Europe of city-states, municipalities, regions and small fatherlands – on the other. In the European Union, a political and economic organism, this issue has recently been amplified to the point that it has reentered public debate, and political parties that are only recognizable for being Europeanists or anti-Europeanists are now ubiquitous. In this regard, one major bone of contention is how to portray the quintessential aspects of the European territory, which are either interpreted as “thresholds” to be overcome in the name of a model of United Europe – “integral totality” – or are instead regarded as insurmountable obstacles for a Europe that is irreparably and perhaps, according to anti-Europeanists, fortunately fragmented – “partitive totality”. Further, this is to be done without excluding the possibility of contradictory and complementary solutions to these binary visions.
In this context the book analyzes various texts in order to obtain a more precise picture of the clash, reveal its semiotic forms, and by doing so, identify a way out of the crisis.