Differenze di cioccolata
Già che è un po’ che si parla di roba da mangiare, bisogna scrivere questo post scomodo.
Iniziamo come si deve, ovvero dall’inizio, dicendo che stiamo per parlare di uno dei monumenti della cosiddetta jugonostalgija, un vero pilastro della mitologia delle sei repubbliche, stiamo proprio parlando del “gusto che ha unito le generazioni”, quello dei “cremini” Kraš.
Ecco, questi cremini, per me (ma non per Biljana) sono orripilanti, disgustosi e rappresentano la rottura culturale fra Est e Ovest.
Diciamo subito che il mio palato è un palato occidentale medio, viziato da anni di slowfood, cucine etniche e scì scì. Il trentenne di oggi, è cresciuto assaggiando, è stato allevato nella propaganda che il cibo è un piacere, che la varietà dei sapori è una ricchezza, che nel gusto bisogna ritrovare l’autenticità della tradizione e bla bla bla. I trentenni di oggi, gente che prima di bere un bicchiere di vino a tavola lo sniffa, sono tutti figli di Carlo Petrini e del Mulino Bianco.
Il cioccolato in questa mistica dello slowfood gioca un ruolo importantissimo: dalla televisione siamo bombardati di spot che descrivono l’esperienza sublime del mangiare il cioccolato nero, esperienza che diventa tanto più intensa quanto più aumenta la quantità di cacao. Il cioccolato al 99% in questa logica dovrebbe rappresentare il non plus ultra del piacere fisico, la perversione del piacere e del marketing dei nostri anni.
In questo, lo dobbiamo ammettere, noi siamo diversi dagli europei dell’est. Loro per fortuna Carlo Petrini non sanno nemmeno chi sia e con il cibo hanno un rapporto molto più equilibrato, mangiano con la consapevolezza che quello che entra da una parte dovrà, comunque, presto o tardi, uscire dall’altra. Ecco, laddove, i nostri supermercati scoppiano di barrette dai nomi improbabili, cuore nero, chocolate experience e via dicendo nei Balcani, una sola scatola di cioccolatini, i Bajadera della Kraš, e questo, dai tempi della ExJu.
I Bajadera, per un palato cresciuto come vi ho descritto sono immangiabili. I Bajadera, di cui ogni jugoslavo che si rispetti va fiero, sono al latte.
Ora, non so se avete fatto caso che nei nostri supermercati, ormai da qualche anno, c’è stato un vero e proprio capovolgimento, gli scaffali sono pieni di cioccolata fondente mentre quella al latte sta pian piano scomparendo per essere retrocessa al reparto delle merendine. Chiunque di voi abbia esperienza di supermercati oltre adriatico, sa che, invece, nei Balcani, è vero il contrario: il cioccolato fondente non si trova nemmeno nei negozi più forniti, e viene per lo più chiamato “cioccolato per cucinare”. Che cosa ci cucinino con il cioccolato fondente per me rimane un mistero.
I bajadera Kraš non sono però solo dei semplici cioccolatini al latte, sono “cremini”, quel tipo di dolcetti morbidosi (tipo gianduia) che qui piacciono ai bambini, secondo me li avrete assaggiati, proprio per il fatto di essere carichi di zucchero e di sapere “di siero”, ovvero di quel sapore del latte industriale che ognuno di noi ricorderà dai tempi dell’infanzia.
Ecco, mangiare in Jugoslavija, significa anche rompere certi romanticismi del mangiar bene, significa anche fare i conti con il cibo industriale vecchia maniera, quello della “fabbrica”, di cui noi qui ci siamo liberati in nome dello slowfood.
E allora, se dopo avere pagato una bottiglia di nero d’avola 25 euro al ristorante, vi aspettereste di chiudere in bellezza, sappiate che potrete rimanere delusi. Accontentatevi allora di godere dei disgustosi cioccolatini, in compagnia, magari rammentando con nostalgia i tempi in cui, anche a casa vostra, il cioccolato era una cosa semplice, proletaria, senza nomi strani, tempi in cui il cioccolato poteva magari anche sapere di siero.
P.s. già che ci siete potete fare outing pure voi!
ti stai dando alla pazza gioia senza la mogliettina eh ?
io l’unico cioccolato che ho mangiato (avendo problemi di brufoli come una dolescente) in serbia è quello dentro delle buonissime crepes
solo che la si chiamano in un altro modo
vakka boja se il mio amico mi manda sms col nome
si vede che come ogni lettera, raccomandata, telefonata, anche l’sms fa il giro dal polo e poi arriva in serbia dall’altro emisfero..
come si chiamano le crepes lo sapete per caso ?
lina
palacinke!
ma sai che forse hai ragione ????
anche queste consigliale a Davor
Mia moglie mi assicura che i Baiadera sono buonissimi. Io ti posso dire che ormai anche in Serbia i supermercati, almeno nelle grandi città, hanno sugli scaffali tutti i tipi di cioccocolato. La definizione di ciocc da cucinare è data dal fatto che nelle provincie non esistono pasticcerie e le buone madri di casa preparano pasticcini e torte multistrato in casa utilizzando molto fondente, dovreste andare la nel periodo delle feste natalizie, sicuramente non è consigliabile ai diabetici. Ciao a tutti e non denigriamo i Baiadera altrimenti rischiamo una crisi diplomatica con i nostri amici balkanici.
le pasticcerie in provincia ci sono, ma fanno delle schifezze carissime; le torte si ordinano dalle signore che lavorano in privato, in genere a casa, ma anche lì c’è poco da fidarsi: se comprate voi il materiale per la ricetta, loro lo sostituiranno con materiale scadente ed economico, magari anche scaduto….ci saranno eccezioni, ma io le torte me le faccio da me. La cokolada za kuvanje si usa per coperture, glasse…di solito costa pochissimo e di cacao nemmeno l’odore. La kras è la migliore sul mercato. Immaginate cosa possa essere una Hissar, una Simka…meglio che non faccia paragoni sinestetici !!!!
Andrea lo so, questo è un argomento tabu, una volta l’ho uscito a tavola con un’amica macedone qui a Palermo e abbiamo litigato per tutta la sera 😉
Sotto casa di Biljana la pasticceria c’è, Ale, e somiglia proprio al quadretto che ne hai fatto tu. Fu in quella pasticceria il mio primo incontro con la Boza (in bottiglia di plastica da un litro e mezzo senza etichetta…). Eh!
Lina non c’è bisogno…Si sa che, ogni volta che torno in Croazia, il primo pasto è a base di Pala?inke e ?evap?i?i, il tutto accompagnato da una Ožujsko gelata…
E invece ti sbagli… I supermercati di Zagabria, la citta’ di Kraš, sono gia’ da anni pieni di Lindt e le altre delizie Svizzere di 70 e 90 per cento di cacao. Camminando per il centro, ormai sembra di essere a Torino – i cioccolatini artigianali (costosissimi) si possono comprare ovunque. In Ilica, di fronte al negozio che vende Amodei – il miglior cioccolato del mondo – e’ aperto il nuovo choco-bar di Kraš che vende i prodotti della linea top – tutti con pochissima latte.
Calma calma Davor,
tu mi vuoi far morire di invidia e di malinconia….
ecco.. mi sono venute le lacrimucce solo al pensiero della bella serata passata al ristorante calimero a cacak
quando sarai la .. ti prego.. mangiando un dolce con degli amici chiudi gli occhi e di forte :- questo è per te lina..
io lo sentiro’ perchè sono una grande vestica
non sai quanto pagherei per venirci pure io !!!!
cmok, lina
Ragazzi basta con i ricordi dell’ex-JU…Ieri ho fatto leggere a mio cugino di Spalato (ma che vive in Italia) un po’ gli ultimi due post…Mia nonna ci diceva sempre “Se non fate i cattivi vi do un cremino”…Il sapore era buonissimo, ancora me lo ricordo (e se lo ricorda anche mio cug)…SNIFF!!!:cry:
Che discorsi, anche a Belgrado c’è di tutto, ma in provincia, nel profondo sud, la situazione è nettamente diversa. Ho fatto l’interprete in una fabbrica di cioccolato nel sud e ho ricevuto anche una borsata di materiale “promozionale” assolutamente immangiabile, 90% grassi vegetali, pareva di mangiare margarina…A Skopje, sulla makedonska ulica, in centro, c’è un meraviglioso negozio Kras;)
avete mai visto le false Milka (Milke) prodotte in Bulgaria e vendute nei mercatacci, 100 dinari tre tavolette da 100g cad. ?
Si riconoscono dal pakaging e dal calco, oltre che dalla scritta “milke” e non “milka”…..
Allora, nella mia esperienza bosniaco/serbo/macedone/croata funziona così: se vai da Konzum o Merkator trovi Lindt, con la stragrande maggioranza dei “tipi” al latte e una due qualità di fondente. In Italia, se vai da Auchan, per esempio, il rapporto è ribaltato, ci sono una 15 di marche diverse di cioccolato fondente molte nazionali poche di cioccolato al latte, pochissime di cioccolato bianco. Se nel balcani si va in un supermercato medio, tipo quello sotto casa, io ho esperienza di Bg, Sk e Dubrovnik, allora Lindt non si trova e ti tocca scegliere fra Kras che comunque fa la cioccolata migliore, e sottomarche varie di cioccolata al latte… 🙄
Kras è rimasto irraggiungibile. Ma mi ricordo che da piccola andavo matta anche per Wigwam e Galeb, prodotti da Pionir di Subotica, e c’era anche un altro, di nome Konvoj, se non mi ricordo male eh.. Bajadera però non è che mi piaceva tantissimo, devo ammettere. A dire il vero, non c’era una persona più felice di me quando mi davano quella piccola confezione di Kinderlada che poi mi godevo al più lungo possibile, anche se piccolissima. E quando la mamma ne portava un baratolo… festa!
Poi ci sono quei cioccolati di Zvecevo e Eurocrem Blok di Takovo.
Mi ricordo che Kras Express non me lo bevevo perché non mi piaceva latte, me lo mangiavo con un cucchiaino. 😀
Ma adesso che sei dottoranda, la domanda è cara burek, a te tutti sti cioccolatini, piacciono ancora? 😕
ti rispondo così – durante le vacanze estive, la mamma mi ha mandato al negozio sotto casa per un paio di cose e quando mi ha visto arrivare si contorceva dalle risate, in una mano portavo la busta con le cose che mi aveva detto di portare e con altra mi mangiavo un EuroBlok che non ce l’ha fatta fino a casa, più un sorrisoooooone 😀 non è tanto il cioccolato quanto il sapore d’infanzia… tornavo così dal negozio quando avevo 5 anni e lo faccio anche adesso da 27enne… Kinderlada non c’è più, Wigwam non è più come quello che mi ricordo io, Galeb neanché, rimane EuroBlok attorno quale girano dei bellissimi momenti della mia infanzia e lo mangio con molto più piacere che Lindt (che adoro!) e gli altri, anche se nel paragone con essi fa schifo. E’ questione dell’emozione, mi sa.
[…] Al contrario di come si diceva qualche post fa, apprendiamo che Slowfood è ampiamente sbarcata pure nei balcani! […]
😯 … Sono d’accordo con cicciosax … Le pala?inke sono ottime 😛 !
Comunque ho provato anche la cioccolata Kraš, è FANTASTICA, ve la consiglio di provarla …
Pozdrav
a cacak mi aspettano soprattutto per il nostro cioccolato NOVI.. è imbattibile
lina
Maresciallo, è vero non c’è gioco, i Kraš non sono minimamente paragonabili al cioccolato italiano. A ciascuno il suo! 🙂
a me i “cremini” non sono mai piaciuti molto, ma mi ricordo quando da bambino i parenti immancabilmente mi davano in mano almeno una tavoletta di Kras, magari anche con le nocciole… yum!
Confermo Sasha!!
la stecca di cioccolato con la carta rossa Josip Kras (con le nocciole) non aveva nulla da invidiare alle varie ferrero ,nestlè ecc .Una gioia grande (ma molto rara purtroppo) quando i miei parenti venivano a trovarci con quel dono.(27 anni fa’ circa, purtroppo)
Le mitiche Bajadera…Mi riportano indietro nel tempo,a quando ero bambina; mio nonno me le portava sempre quando veniva a trovarci in Italia, e quando venivo a Zagabria per le vacanze c’erano quelle, poi i cioccolatini Životinjsko carstvo (non si trovano piu) con le figurine di animali. La nonna era un’esperta di pala?inke e dolci fatti in casa. Adesso e tutto cambiato, lei non cucina piu, a me e passata la voglia di dolci.
Come cioccolato preferisco quello fondente di Kraš (Dorina) agli altri, svizzeri compresi.
Si ma vallo a trovare il Dorina! Il cioccolato fondente eccetto per quello za kuvanije è praticamente impossibile da trovare a portata di mano!
cara ljerka,
i cioccolatini zc si trovano ancora. esiste pure un sito dedicato al collezionismo degli adesivi http://zivotinjskocarstvo.com/