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Via Osservatorio Balcani e blog di Bepi arriviamo a needvisa.net, il sito della campagna contro il regime dei visti Schengen che dal 2002 si batte per una liberalizzazione degli ingressi dei cittadini dei Balcani Occidentali nell’Unione Europea.

Il sito si apre con uno stralcio da un recente report dell’International Crisis Group:

How do young people perceive an EU they are largely unable to experience? The generation that has to take the region out of narrow-minded nationalism and conflict towards a European future is not being given the capacity to do so.

Parole sante: come si può avere un’idea positiva dell’Unione Europea se a tutti i livelli si è rifiutati? Come si può correre verso l’integrazione, come si può parlare, discutere, confrontarsi se si è bloccati al confine, se si è rifiutati in partenza?

Verrebbe quasi da diventare antieuropeisti, verrebbe di odiarla con tutte le forze l’Europa che rifiuta gli Europei, che non riconosce il proprio corpo.

Verrebbe di scrivere quello che scrive Estavisti:

I wish Serbia would just tell the EU to fuck off already. I just saw Tadi? giving the most pathetic izjava I’ve ever heard, saying, with a puppy dog expression on his face and his voice breaking with emotion, that he hopes the EU Troika will give their approval for the continuation of association talks. Well, fuck that. Serbia may have its faults, but it isn’t anybody’s bitch, it isn’t a 10 year old in need of parental approval, and it’s not a bloody dog for the EU to continue Pavlov’s experiments on. If the EU doesn’t want to talk, then it can go and masturbate over its wonderful successes into someone else’s face.

I Balcani sono al momento il cane d’Europa su cui sperimentare come Pavlov il gioco dei comportamenti, condannati dai nostri governanti ad essere everlasting transition countries.

Questo è ovviamente inaccettabile, prima di tutto per quelli che nell’Unione Europea ci vivono, per coloro che hanno un’idea alta dell’Europa e vogliono che continui a vivere.

Io sono uno di questi, io adoro la possibilità di muovermi in Europa senza visti, senza passaporti, adoro che chiamare Parigi o Berlino mi possa costare come un’interurbana, adoro la possibilità di comprare l’ultimo cd via Internet direttamente da Amsterdaam senza che il suddetto cd stazioni 15 giorni in dogana, adoro i lowcost che dentro l’Europa mi permettono di passare una settimana a Madrid o a Barcellona spendendo 80 euro per il volo, sia ben chiaro, andata e ritorno. Adoro il fatto che mi sia data la possibilità di utilizzare la stessa moneta con i miei concittadini europei, di poter non perdere tempo inutile a fare i conti, adoro mettere alla prova e alla fine riconoscere la mia identità in Francia, in Spagna, in Inghilterra, che mi sia data la possibilità di sbarcare dove voglio e sentirmi a casa a casa mia, che è l’Europa.

Che i nostri banchieri e diplomatici lo vogliano o no, l’Europa è la casa dei Serbi, dei Bosniaci, dei Croati, dei Montenegrini, degli Sloveni, dei Macedoni, degli Albanesi, dei Turchi.

L’Europa è già casa nostra bisogna solo sbrigarsi a prenderne atto e la battaglia per facilitare questa presa d’atto è la battaglia dei nostri tempi.

Supportate in qualche modo la campagna Needvisa, sapendo che fra qualche mese la sola richiesta di un appuntamento in una ambasciata Schengen per la richiesta di un visto sia anche turistico, passerà da 35 a 60 euro.

(Abbiamo creato un bannerino di supporto alla campagna che da ora in poi starà nella nostra colonna di destra, utilizzatelo liberamente)