Un po’ di sano Jazz italiano a Belgrado e Novi Sad

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In Italia esiste una legge, la n°84 del 2001 sugli interventi di stabilizzazione e sviluppo nei Balcani (tutte le informazioni, su bandi, finanziamenti ed attività in corso le potrete trovare sul sito www.balcanionline.it, riferimento per tutte le iniziative facenti capo all’attuazione della legge), che ha finanziato e continua a finanziare bellissime iniziative culturali e di ricostruzione economica nei balcani.

Ebbene, una di queste, ha visto protagonista Umbria Jazz, la più importante manifestazione italiana di Jazz, che, alla fine di Agosto, ha portato i nostri musicisti a Belgrado (precisamente, alla fortezza Barutana) e Novi Sad per una minirassegna, chiamata Umbria Jazz Balcanic Windows against racism, di cui si è parlato poco in Italia (per fortuna che c’è burekeaters, ah!) ma che ha ottenuto grande successo oltre adriatico e ci ha “degnamente” rappresentati, una volta tanto.

Ospiti della rassegna il siciliano musicista-ragazzino Francesco Cafiso ma anche il Maestro Enrico Rava, il “creativo” del momento, Stefano Bollani e i Doctor 3, ovvero il Jazz Italiano che riscuote consensi e vende anche fuori dal circuito elitarissimo degli appassionati jazzofili, insieme all’emergente Jazz balcanico rappresentato dalla Dunavska Ulica, dalla Aleksandar Dujin Orchestra, da Mobada e Boris Kovac con i suoi Labada e gli Earth Wheel Sky Band (qui informazioni in serbo croato su tutti i musicisti presenti alla manifestazione).

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L’evento ha raccolto il pubblico delle grandi occasioni (era presente persino l’ambasciatore italiano in Serbia Antonio Zanardi Landi) ed ha coinvolto le due città in un progetto molto ampio di animazione culturale e di inclusione che ha anche provato a trasmettere skill organizzative alle associazioni presenti sul territorio.

Chi volesse leggere un reportage musicali completo dei concerti belgradesi può leggere il ricco articolo di Marcello Migliosi per JazzItalia.