Nella post-gastromania la commensalità, per non dire la convivialità, sta subendo cambiamenti epocali, sia nell’esperienza sociale quotidiana sia, ovviamente, nei media. Da una parte si diffonde sempre di più l’idea del mangiare collettivo, di contro le tradizionali forme di piccola convivialità, dunque il proliferare della dimensione della mensa (scolastica, aziendale, assistenziale etc.) come pratica essenziale alla socializzazione, spesso funzionalizzata a fini produttivi. D’altra parte, questa diffusione delle mense si accompagna a una richiesta sempre maggiore di qualità: basti pensare al caso del Jova Tour, accompagnato da decine di track gourmet che hanno sfamato più di 50.000 spettatori dei concerti; per non parlare delle mense Caritas, dove uno come Bottura prepara regolarmente manicaretti d’alta cucina per grossi numeri. L’intervento esplorerà questo fenomeno entro una semiotica, oltre che del gusto, del corpo sociale e delle passioni collettive.